Di recente ho avuto l’occasione di sviluppare il mio primo rullino e ho deciso di raccontare la mia prima esperienza con la fotografia analogica.
Fin da quando ho memoria la fotografia è sempre stata presente nella mia vita, che me ne rendessi conto o meno.
Innumerevoli sono i ricordi di mio papà con la sua Olympus M1 e i momenti catturati in viaggio raccolti in album fotografici. Anche mia nonna non partiva mai senza la sua fidata point and shoot. Quindi possiamo dire che la fotografia era destinata a far parte di me.
Di recente i miei genitori hanno cambiato casa e, come spesso accade in queste situazioni, ne hanno approfittato per fare “pulizia”. Tra vecchi scatoloni sono ricomparse sia le attrezzature fotografiche di mio papà che le due fotocamere di mia nonna.
Sfortunatamente una di queste non funzionava più, mentre l’altra, sebbene sentisse l’usura del tempo, si è conservata abbastanza bene. Per me è stato tenere in mano la vecchia Olympus di mio papà, sentirne il peso tra le mani, a farmi venire voglia di imparare ad usarla.
Ed ecco il primo problema: non solo scattare in manuale mi crea ansia ancora adesso, ma non ho mai scattato in manuale e in analogico. La curiosità però è troppa per lasciarsi fermare da un ostacolo così piccolo.
Quale migliore modo di muovere i primi passi nel mondo della fotografia analogica se non iniziare con la point and shoot di mia nonna? Questo piano geniale ha subito un problema logistico, ovvero come e dove procurarsi i rullini. Diciamo solo che ho sottovalutato quanto sia difficile reperire dei rullini al giorno d’oggi e, soprattutto, a quanto sono costosi.
Mi ricordo ancora i tempi in cui si portavano i rullini all’Esselunga per farli sviluppare con poche lire (si, sono così vecchia).
La fortuna però mi ha sorriso quando mi sono imbattuta in un paio di rullini venduti a prezzo stracciato in un negozio di cose per la casa. Probabilmente si sono ritrovati quella mini scorta tra le mani per puro caso e, senza conoscerne il valore, hanno deciso di fissare il prezzo a 5 euro a rullino, quando ne avrebbero potuti chiedere tranquillamente 20.
Occasione d’oro per me e di certo irripetibile.
Ad ogni modo, con il mio bottino sono tornata tutta pimpante a casa e ho preparato la fotocamera di mia nonna. Essendo una point and shoot non c'è molto da fare se non appunto, puntare e scattare. Semplice, no? Si e no.
Non essendo abituata al non poter vedere immediatamente il risultato e ad avere un numero limitato di scatti, sono stata molto esigente nello scegliere cosa fotografare e ho anche curato molto di più la composizione. Non facile visto il minuscolo mirino.
Ci ho messo quasi 8 mesi per finire un rullino da 36 foto. Assurdo? Forse si, ma ogni foto scattata era speciale, l’unica copia disponibile di quel ricordo.
Ho portato a sviluppare il rullino il giorno stesso in cui l’ho finito. Nemmeno mi ricordavo quali foto avessi scattato e penso che sia proprio questo il fascino della fotografia analogica. L’attesa nel vedere i frutti del tuo lavoro, aspettare che le foto vengano sviluppate per poi rivivere quegli esatti momenti in cui sono state scattate.
Avevo dimenticato quanto magico potesse essere il momento in cui vedi per la prima volta le quelle stesse immagini che hai scattato mesi prima. Per qualche ragione mi hanno fatto ricordare non solo il luogo, ma anche i profumi e quello che ho provato nel momento in cui ho scattato ogni immagine. È tutto lì, ogni ricordo, stampato in formato 13x15 cm.
Sorge spontaneo fare il paragone con il digitale e lasciami dire che le emozioni provate durante questa prova hanno un che di magico che manca al digitale.
Certo, una bella foto riporta sempre alla luce i ricordi ad essa collegati, ma c'è qualcosa nell’arte della fotografia analogica che rende tutto più unico e speciale.
Sarà forse perché ho curato ogni scatto, perché non avevo molti tentativi a disposizione e non potevo concedermi il lusso di fare editing, ma tutte le immagini mi hanno colpito, incluse quelle leggermente sfocate.
Quindi, ecco la nuova sfida: scattare in manuale e in analogico. Confesso di non sentirmi all’altezza, ma voglio provarci ugualmente, d’altro canto, sbagliando si impara.
Ti lascio con alcuni degli scatti realizzati nel primo rullino.
Alcuni dettagli:
Le foto sono state realizzate in Italia, Grecia e Olanda.
Il rullino è un Kodak Color 35mm ISO200.